Fernand Pouillon – vita
F. Pouillon nello studio di rue Raynouard a Parigi. Archivi PSB
Fernand Pouillon nasce a Cancon il 14 maggio 1912. Trascorre l’infanzia a Marsiglia. La sua carriera professionale inizia in Provenza dove fonda le basi della sua notorietà. All’età di ventidue anni costruisce il primo edificio.
L’emergenza di un linguaggio personale si riscontra nello stadio municipale di Aix-en-Provence (1946) e nella Stazione sanitaria di Marsiglia (1947): una modernità in linea diretta con la storia dell’architettura e dell’ingegneria, il riutilizzo di procedimenti tradizionali di costruzione, la valorizzazione di ogni materiale attraverso la sapiente combinazione degli elementi costruttivi, l’adeguatezza della forma al suo uso. Durante tutta la sua vita si dimostrerà sensibile all’impiego di qualunque processo costruttivo, all’uso di materiali e di forme utili al conseguimento dei propri obiettivi al servizio dell’architettura e dei suoi simili.
Il complesso di La Tourette a Marsiglia rappresenta il riscontro decisivo di tutte le sue riflessioni. La messa a punto di un metodo di controllo del progetto culminerà nei duecento alloggi di Aix-en-Provence, ottenendo tempi di realizzazione estremamente rapidi e costi incredibilmente bassi. Seguiranno le migliaia di alloggi costruiti ad Algeri tra il 1954 e il 1958, Diar-es-Saada, Diar-el Mahçoul e Climat de France. Nello stesso periodo Pouillon costruisce in Iran due stazioni ferroviarie, lo Stato maggiore generale, l’Istituto geografico nazionale e presumibilmente dei quartieri militari.
Nelle operazioni di Pantin, Montrouge, Meudon-la-Forêt, Boulogne-Billancourt (cintura parigina, 1957-1961), egli ricopre il ruolo di imprenditore, architetto e committente. Queste operazioni di promozione immobiliare a grande scala beneficiano del supporto di personaggi politici di rilievo, alcuni dei quali saranno poi tra i principali artefici della sua caduta. Nel 1961 è il maggior imputato del procedimento giudiziario inerente i 2260 alloggi di Point du Jour a Boulogne-Billancourt. Privato della libertà fino al 1964, Fernand Pouillon si dedica alla scrittura de Les pierres sauvages, diario della costruzione dell’abbazia di Thoronet (Var, XII sec.), che riceve il premio Deux-Magots (1965) e resta ancora oggi un successo letterario, così come le Memoires d’un architecte (1968).
Nonostante la radiazione a vita dall’Ordine degli architetti, Fernand Pouillon lavora fin dal 1965, con il consenso dell’Eliseo, al piano per la nuova città di Créteil (periferia di Parigi). Contemporaneamente si dedica all’elaborazione di un programma di sviluppo turistico per l’Algeria con il suo amico Jacques Chevallier, ex-sindaco di Algeri. Abbandonato il progetto di Créteil, decide di investire tutte le sue energie in Algeria.
Fino al 1984, anno del suo ritorno definitivo, Fernand Pouillon costruirà solo saltuariamente in Francia: un complesso di 450 case unifamiliari a Ozoir-la-Ferrière, un edificio a Reims, il restauro di Belcastel, una roccaforte medioevale nell’Aveyron, un’abbazia a Cotignac, qualche villa privata e le Case a Struttura Metallica, di cui mette a punto progetto, fabbricazione e commercializzazione per P.U.M., industria di produzione metallurgica.
L’Algeria del Presidente Houari Boumediene è precorritrice dei programmi turistici nel Mediterraneo e gli offre un territorio immenso, per un’architettura che si adatterà di volta in volta alla situazione geografica, agli uomini cui è destinata, agli usi da predisporre. L’opera costruita nell’Algeria indipendente può disorientare a causa del suo carattere composito. Le realizzazioni più emblematiche sono i complessi turistici di Sidi Ferruch, Tipasa, gli hotel di Ghardaïa, Timimoun e Seraïdi. In seguito sarà soprattutto il Ministero dell’Insegnamento Superiore che lo incaricherà dei progetti per vari campus universitari. L’ultimo grande cantiere in Algeria è quello dell’hotel El Djazaïr (ex Saint Georges) completato nel 1982.
La Francia del Presidente Georges Pompidou gli concede l’amnistia nel 1971 e l’Ordine degli architetti lo reintegra nel 1978. Viene eletto al consiglio dell’Ordine nel 1980 e nel 1986. Dal 1984, il Presidente François Mitterand si fa artefice del suo rientro in Francia, insignendolo dell’onorificenza della Légion d’Honneur e affidandogli il progetto di un Centro di Conferenze Internazionale sul lungofiume Quai Branly a Parigi, là dove oggi si trova il Musée du quai Branly.
Fernand Pouillon ha percorso il mondo intero, dall’Iran al Sud-Africa, dal Giappone all’Australia, dal Perù alla Martinica, dalla Costa d’Avorio ad Abu Dhabi, dagli Stati Uniti a Porto-Rico, in viaggi in cui l’interesse per gli affari si fonde con l’attenzione profonda per le differenti culture degli uomini e dei paesaggi. Negli anni Cinquanta offre ai propri giovani collaboratori due soggiorni di studio in Italia e in Spagna incentivandoli a disegno e fotografia. La conoscenza delle arti e delle civiltà gli appare indispensabile alla cultura architettonica. A tal fine, crea negli anni settanta una casa editrice, il Jardin de Flore, per ripubblicare trentatré opere maggiori, estremamente rare, come il primo trattato di prospettiva del Viator, (Venezia, 1505) o il De Divina Proportione di Luca Pacioli (Venezia, 1509).
La vita di Fernand Pouillon è un impegno permanente e senza riserve per un mondo più bello, più fraterno, più autentico attraverso l’architettura. Il rapporto che essa intrattiene con la felicità degli uomini occupa una posizione preminente nella sua visione delle responsabilità sociali del mestiere di architetto. Muore il 24 luglio 1986. Nell’ultima battaglia, era appena stato eletto al Consiglio dell’Ordine degli Architetti, a capo di una lista da lui denominata “Per il paesaggio architettonico della Francia”.